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Coro femminile Philomela


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Sacro

Repertorio

Bettinelli B. (1913-2004)

LAUDA - composta sopra un testo del Savonarola, è uno dei brani più recenti del maestro milanese. In esso la raggiunta maturazione tecnica ed umana dell'artista gli consentono di esprimersi, qui come in gran parte della sua produzione negli ultimi anni, attraverso estrema semplicità ed immediatezza.

Brahms J. (1833-1897)

REGINA COELI - un brano originale ed esaltante per la forma e la verve che lo caratterizzano. Costruito sul dialogo dei solisti per l'intero brano in una fine trama a canone inverso, sullo stile degli angeli cantori, il coro irrompe con interventi che riprendono gli elementi tematici, elaborati con grande potenza e ricchezza armonica. Il finale in crescendo giunge ad accumunare tutte le voci, a simboleggiare la glorificazione universale di Maria.

Britten B. (1913-1976)

A CEREMONY OF CAROL - Benjamin Britten fu uno dei compositori inglesi più eminenti del secolo scorso. Le sue composizioni sono considerate tra le più raffinate opere inglesi: per le loro caratterizzazioni drammatiche e pittoresche e per gli interludi orchestrali.
"A Ceremony of Carol", composta nel 1942, è un esempio eccellente della sua abilità nell'opera corale. Fu composta, in parte, durante il ritorno in Inghilterra dagli Stati Uniti a bordo di una nave e ispirata dalla raccolta di poemi "The Galaxy of shorter poems", di scrittori del XV e XVI secolo, per lo più anonimi. Essi serbano il gusto unico della lingua inglese antica, nello stile di Geoffrey Chaucer in "Canterbury Tales".

Busto J. (1949)

ALLELUJA - rappresenta una delle produzioni più recenti del maestro spagnolo. E' un esempio di grande raffinatezza, pur nella apparente semplicità formale e melodica; la ritmica è essenziale e quasi primitiva, il contrappunto assente: il risultato finale è una sonorità cristallina e di puro movimento.

SALVE REGINA - rappresenta una mediazione sulla invocazione mariana, il cui materiale melodico ripetitivo di ispirazione arcaica, viene esposto dalle voci ora unite, ora divise, quasi fossero riflesse in un caleidoscopio.

Colombo P. (1970)

LIBERA ME, DOMINE - Si inserisce in un filone compositivo che fa dell'eccletismo la propria fonte di ispirazione. La ricerca dell'artista sta nell'accostare, fondere, contrapporre i diversi elementi stilistici che vengono inseriti all'interno del brano e che hanno in comune una semplice formula al contempo testuale, ritmica e melodica, in un crescendo di intensità elevata al parossismo.

Copland Aaron (1900-1990)

LITTLE DAVID - "Little David play on your harp". La gaia festosità di uno dei più famosi spirituals, elaborata ed arrangiata attraverso la sofisticata tecnica compositiva di un grande Maestro dell'America 1900: Aaron Copland. E' questo il contesto del brano che ripropone la storia di riscatto e di predestinazione del più famoso bimbo del mondo.

Da Victoria T. L. (1548-1611)

O REGEM COELI - Il Presepe, la profetica predestinazione, la regalità nella Città di Davide, la gloria celeste: sono gli oggetti del brano O Regem Coeli, di T.L. de Victoria. L'autore, è l'acclamato caposcuola nella Roma papale del '500 e più tardi in varie località della Spagna. La scrittura è in forma bipartita, ed è suddiviso in sei sezioni. Il contrappunto si adatta al testo, mutando carattere a seconda dell'argomento, ora con delicatezza contemplativa, ora con complessità architettonica, fino a giungere all'apoteosi gloriosa finale, in un alternarsi di ritmi binari e ternari, che coniuga profonda cantabilità delle parti e agilità strumentali.

DUO SERAPHIM
- L'autore è nello stesso periodo acclamato caposcuola nella Roma papale e più tardi in varie località della Spagna, di cui era originario. Il testo si ritrova in mottetti composti da diversi autori dellíepoca: il contrasto figurativo fra i due angeli osannanti e le tre persone della Trinità, è infatti divenuto spunto di tenzone per libere ed estrose elaborazioni.

Dionisi R. (1910-2000)

PICCOLA MESSA - Il grande didatta milanese, recentemente scomparso, si cimenta con questo breve brano liturgico in modo tutto personale: elaborate fioriture, intrecciate in un contrappunto rigoroso, si alternano a sezioni omofoniche pervase dall’utilizzo sapiente della modalità. L’utilizzo di un piccolo coro in eco conferisce spessore alla composizione, quasi fosse il riverbero di una grande cattedrale.

Gallus J. (1550-1591)

DICUNT INFATES - E' un mottetto sul tema della "Strage degli Innocenti". Il testo, di profonda intensità ed attualità, permette all'autore di dare sfoggio delle sue capacità nel rendere le diverse situazioni: la Gloria della Lode senza fine cantata dai bimbi, finalmente al cospetto dell'Altissimo, lo sciogliersi della lingua dei bimbi, l'intrecciarsi di sacri discorsi.

PRAEPARATE CORDA VESTRA - Questo brano ha la funzione di predisposizione dell'animo alla celebrazione. L'autore, vissuto nella seconda metà del XVI sec., è uno dei massimi esponenti del periodo Rinascimentale, pur essendo vissuto nell'area dell'Est europeo, lontano quindi dai più famosi centri della cultura musicale del suo tempo.

Gregoriano

SPIRITUS DOMINI - E' il brano gregoriano con cui si iniziava la celebrazione della Pentecoste e di cui costituiva il "Canto di Ingresso", il cosiddetto Introitus. L'Antifona tratta dal Libro della Sapienza accompagna la strofa intonata dai solisti e costituita da un versetto del Salmo 67.

Hazon R. (1920-2006)

SANCTA MARGARITA - E' un inno in onore di Santa Margherita di Antiochia, martire sotto Diocleziano e protettrice delle partorienti. Le linee melodiche che risuonano limpide in tutta l'ampiezza dello spettro vocale femminile sono accompagnate da un'armonia impalpabile e cangiante: il tessuto risultante è costituito da ordito caratterizzato da intima e intensa spiritualità, ma anche da una sottile trama soffusa di sensualità.

Holst G. (1870-1934)

AVE MARIA - Per otto voci in doppio coro. E' brano di ampio respiro, nella sua apparente linearità: svariate combinazioni nell'utilizzo del contrappunto e della melodia consentono all'autore di creare, quasi disegnandole, delle figure geometriche, attraverso la modulazione dell'ampiezza dello spettro sonoro delle parti. La assenza nel testo delle parole "Sancta Maria mater Dei" non è casuale ed è legata alle origini ebraiche dell'autore.

Messore G. (1934)

AVE VERUM - Dalla melodia del canto eucaristico di origine medioevale, l'autore costruisce un tessuto armonico di profonda espressività: il brano si compone di episodi distinti, associati a coppie, in corrispondenza della disposizione delle strofe del testo. Per ciascuna di esse è possibile individuare un movimento ascensionale, con gli interventi delle parti in successione, a creare tensione e drammaticità, ed uno discendente, carico di cromatismi e sospensioni, ove ampio spazio è concesso all'estasi e alla contemplazione.

PUER NATUS - In questo brano la voce del soprano esegue quasi letteralmente la melodia dellí introitus natalizio gregoriano; pur essendo il brano di ispirazione arcaica-tradizionale, l'utilizzo del tema e il suo trattamento armonico sono per contro assolutamente originali, senza per nulla snaturare, anzi, esaltando il carattere sacro del modello.

Ockeghem J. (1420-1496)

MISSA SINE NOMINE - Johannes Ockeghem è tra i più importanti esponenti della scuola fiamminga, che dominò la scena musicale europea nella seconda metà del XIV secolo; è autore di innumerevoli messe, composte per diversi organici e per le circostanze più svariate. La "Messa sine nomine", da cui è tratto il KYRIE, è scritta per sole tre voci ma costituisce un capolavoro di complessità, sintesi di difficoltà contrappuntistica ed ispirazione religiosa.

Orban G. (1947)

MATER INNOCENTIAE - "Mater Innocentiae", del compositore contemporaneo ungherese Gyorgy Orbàn ed ispirato ad un testo anonimo ungherese del XIV secolo, è una celebrazione, sotto forma di adorazione, del cammino di passione e morte di Nostro Signore. Le tre parti di cui si compone sono: un'introduzione sotto forma di Litania, una rievocazione della Passione vista attraverso gli occhi di Maria e scandita dallo scoccare delle Ore Canoniche e una conclusione ascetica con invocazione finale. Brano di eccezionale intensità e sapienza compositiva, si sviluppa in un alternarsi incalzante e scenografico di momenti ora drammatici ora di intimo raccoglimento.

Palestrina G. P. (?1525-1594)

ALMA REDEMPTORIS MATER - "Alma Redemptoris Mater" di Giovanni Pierluigi da Palestrina fa parte del "Secondo libro dei mottetti a quattro voci", la cui pubblicazione a stampa, curata dall'autore, risale al 1584. Dello stesso libro, che corrisponde all'apice della produzione palestriniana, fanno parte altri mottetti, fra i quali alcunim come questo, destinati alle voci bianche e dedicati alla Vrgine. Il brano esprime invocazioni di infinita tenerezza, culminanti in una ispirata, seppure intimissima, richiesta di perdono.

AVE REGINA COELORUM - L'"Ave Regina Coelorum" di Palestrina è una delle quattro grandi antifone mariane, utilizzate per la conclusione dell'Ufficio Divino, nel tempo di Quaresima. Palestrina la concepisce come un lungo mottetto in due parti distinte, eseguite da tre voci di soprano ed una di contralto. L'intreccio delle parti, che si svolge in prevalenza nella tessitura acuta, ed i frequenti slanci ascensionali conferiscono alla pagina un senso di adorazione angelica ed umana elevazione.

MAGNIFICAT - Intimamente profondo e sincero è il sentimento religioso che ispira tutte le opere sacre dell'autore. Il Magnificat composto durante gli ultimi anni di vita, rappresenta insieme agli Inni ed agli Offertori, una delle più alte forme del gregorianismo dell'arte palestriniana. La prima strofa polifonica attacca dopo l'intonazione gregoriana; poi ad ogni strofa monodica si alterna quella di ampio sviluppo corale. I versetti in polifonia si alternano coi versetti salmodici. E' una composizione di ampio respiro, esempio tipico di quel linguaggio palestriniano che, libero da formule prestabilite, si nutre dalle radici gregoriane.

Verdi G. (1819-1901)

LAUDI ALLA VERGINE MARIA - Questo brano, composto nel 1886 per coro di voci bianche su testo dal canto 33ƒ del Paradiso di Dante, fa parte dei tre capolavori per coro a cappella (senza accompagnamento orchestrale) composti dall'autore ormai in età avanzata. Gli echi dei teatri d'opera si avvertono solo in lontananza, e in questo contesto l'anziano Maestro può esprimere in libertà la propria raffinatissima sensibilità tecnica e poetica.

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